Ho sempre avuto una sorta di atteggiamento di cautela nei suoi confronti.
La mitologia lo ha raffigurato ed etichettato in modo terribile e non ho mai voluto alimentare alcuna distorsione, né entrare con leggerezza in una possibile interazione con lui. Tuttavia, in caso di possibili interazioni, ho sempre voluto essere consapevole e rispettosa della sua coscienza oltre che della mia.
Gli eventi, dal suo punto di vista, parlano di tradimento, di comportamenti ingiusti e di verità preventivamente incatenata. Questo non nega che la sua energia sia comunque immensa e totalmente selvaggia, e richieda altrettanta onestà da parte nostra. Non in modo coercitivo, né tantomeno seguendo la narrazione distorta del lupo alfa che opprime i suoi simili. Questa è solo una scusa per un cattivo comportamento e per problemi umani personali mai affrontati.
Lui era lì per me nel momento in cui è iniziata una fase di trasformazione e di sconvolgimento che ha influenzato diverse aree della mia vita.
Ora è tornato in tutta la sua bellezza e potenza, ha scelto altri Esseri, le Norne, come suoi intermediari per me, al pozzo della vita.
Voleva che comprendessi la sua natura, la sua forma originale, prima di ogni distorsione o interpretazione.
Ha lasciato innumerevoli tracce affinché potessi conoscere la sua natura autentica nel momento in cui si sarebbe manifestato a me apertamente.
Ha scelto di presentarsi come Vànagandr.
Un fiume che scorre libero, puro, cristallino e quando sperimentiamo il nostro flusso libero, rapido e selvaggio, incontriamo la nostra essenza calma, quella autentica. Non importa come gli altri ci etichettano, noi stiamo esprimendo il modo in cui siamo chiamati a farlo.
Lui è libero.
Non permette agli altri di definirlo, si riconosce e esprime se stesso senza muri o catene. Conosce la sua bellezza e la esprime senza chiedere il permesso o l’approvazione esterna di chi è intrappolato dalle proprie paure e ha paura di affrontare la propria natura.
La faccenda del mostro è un modello che è stato introdotto successivamente da quelle religioni che hanno inserito e istituito la progenie mostruosa di una coppia malvagia. Non permette agli altri di definirlo, si riconosce e esprime se stesso senza muri o catene. Conosce la sua bellezza e la esprime senza chiedere il permesso o l’approvazione esterna di chi è intrappolato dalle proprie paure e ha paura di affrontare la propria natura.
La radice Vàna può riferirsi a un fiume, etimologia comunemente accettata, oppure, l’ho cercato io stesso, a speranza/aspettativa (dizionario islandese antico). Gandr significa spirito, o grande spirito. (Comunque Fenrir è uno dei nomi di Loki, e ci si riferisce a lui come il lupo di Fenrir…Allora figlio o ipostasi? – Fen etimologicamente si riferisce alla palude, un ingresso al mondo dell’Oltre, luogo di potere, abitato da esseri capaci di mutare forma).
La faccenda del mostro è un modello che è stato introdotto successivamente da quelle religioni che hanno inserito e istituito la progenie mostruosa di una coppia malvagia.
Lungi da me iniziare una dissertazione accademica, mi limito a riportare i fili che mi sono stati consegnati durante il mio percorso per trovare il nodo, una sfera di conoscenza. Quindi non è un mostro della palude, ma qualcosa di diverso.
Non è la prima volta che Esseri, Entità, Antiche Coscienze, espressioni naturali delle Forze Originali si presentano a me e condividono le loro storie, mostrando la loro vera natura. Non quella vincolata da interpretazioni e tradizioni successive che hanno introdotto la separazione, la demonizzazione, la derisione o l’oblio delle Forze Originali sotto la bandiera della “religione”. Queste distorsioni hanno etichettato le Forze Originali, che fanno parte del nostro Pianeta e quindi dell’Universo, come malvagie e hanno stabilito che dovevano essere sradicate dalla Terra e dalla nostra vera natura. Hanno introdotto la paura della connessione, la separazione e la soppressione di tutto ciò che ci ricorda il nostro potere personale, la nostra natura autentica e la nostra bellezza.
Questo è il modo in cui molti di noi sono intrappolati in vite molto lontane dalla nostra genuina natura, arena “spirituale” compresa. Spesso è solo il vecchio che indossa abiti nuovi e sopravvive attraverso un linguaggio moderno che sta al passo con i tempi facendo leva sulla paura, sulla mancanza e sul non essere degni di qualcosa di bello che viene calato dall’alto per misericordia. Spesso è solo il vecchio che indossa abiti nuovi e sopravvive attraverso un linguaggio moderno che sta al passo con i tempi facendo leva sulla paura, sulla mancanza e sul non essere degni di qualcosa di bello che viene calato dall’alto per misericordia. Quelli che non rientrano nello stesso schema sono i cattivi, quelli da salvare o da odiare a causa della loro natura, in base a qualche legge divina universale ispirata all’umanità.
Nelle favole, i lupi sono spesso i cattivi, o quelli poco furbi, i lupi, così come altri Esseri ed Energie Originali, sono un’altra cosa, vedono attraverso le bugie e non si prestano a questi giochi.
È tempo di far sentire il nostro ululato e di esprimere la nostra bellezza.
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